La patente a punti è entrata in vigore nel 2003 con l’obiettivo di incentivare una guida più responsabile, sicura e prevenire gli incidenti stradali, in affiancamento alle sanzioni già esistenti.
Il suo funzionamento è disciplinato dall’articolo 126 bis del Codice della Strada e proprio quest’anno compie i 20 anni dalla sua entrata in vigore.

Il meccanico ‘a posto’ ci spiega come funziona la patente a punti, in che modo avviene la decurtazione in conseguenza di infrazioni più o meno gravi e come controllare il proprio saldo punti.

Come funziona il sistema dei punti della patente?

Ogni automobilista parte da un numero iniziale di 20 punti sulla propria patente.
Il punteggio iniziale può:

  • DIMINUIRE in caso di infrazioni delle norme del codice della strada in base alla gravità delle violazioni
  • AUMENTARE di 2 punti ogni 2 anni fino a un massimo di 30, qualora non si commettano trasgressioni

Come funziona il sistema dei punti della patente?

Ogni automobilista parte da un numero iniziale di 20 punti sulla propria patente.
Il punteggio iniziale può:

  • DIMINUIRE in caso di infrazioni delle norme del codice della strada in base alla gravità delle violazioni
  • AUMENTARE di 2 punti ogni 2 anni fino a un massimo di 30, qualora non si commettano trasgressioni

Neopatentati: quali sono le regole della patente a punti?

Si definisce neopatentato chi ha la licenza di guida da meno di 3 anni. I vincoli imposti ai neopatentati riguardano:

  • la potenza del veicolo che non deve essere superiore ai 70 Kw;
  • i limiti di velocità, secondo l’articolo 117 del Codice della strada, i 100 km/h sulle autostrade e i 90 km/h sulle strade extraurbane principali.

Rispetto alle regole della patente a punti per i neopatentati:

  1. per ogni infrazione commessa la decurtazione è raddoppiata fino ad un massimo di 15 punti
  2. in assenza di infrazioni, il neopatentato ottiene un solo punto per ciascuno dei primi tre anni dal conseguimento della patente

Come verificare il saldo punti della patente

Monitorare il saldo dei punti della propria licenza di guida è semplice e si hanno a disposizione 3 opzioni, vediamo quali.

1)  Il Portale dell’Automobilista – il sito web ufficiale del Ministero delle Infrastrutture – che consente di consultare

  • i dati relativi alla propria patente
  • i dati relativi ai veicoli in possesso
  • i servizi online del Dipartimento per i Trasporti e la Navigazione del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile.

2) L’app gratuita iPatente – l’applicazione ufficiale del Dipartimento dei Traporti del Ministero – che consente di:

  • visualizzare il saldo dei punti della patente
  • visualizzare lo storico dei punti della patente
  • monitorare le pratiche automobilistiche
  • effettuare alcuni controlli su altri veicoli, come la scadenza di bollo e assicurazione

3) Chiamando il numero verde 06 45775962 messo a disposizione dall’ACI, disponibile H24 – 7 giorni su 7, al costo di una telefonata urbana.

Biocarburanti ed idrogeno sono considerati buone alternative?

Monitorare il saldo dei punti della propria licenza di guida è semplice e si hanno a disposizione 3 opzioni, vediamo quali.

1)  Il Portale dell’Automobilista – il sito web ufficiale del Ministero delle Infrastrutture – che consente di consultare

  • i dati relativi alla propria patente
  • i dati relativi ai veicoli in possesso
  • i servizi online del Dipartimento per i Trasporti e la Navigazione del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile.

Come avviene la decurtazione dei punti patente

Il Codice della Strada disciplina le norme da seguire per la circolazione, indicando anche le sanzioni che le Forze dell’Ordine possono applicare in caso di violazione. A seconda dell’infrazione la sanzione può essere solo di tipo amministrativo, quindi una multa, oppure prevedere altre penalizzazioni come:

  • la decurtazione di punti dalla patente di guida
  • la sospensione della patente
  • il sequestro del veicolo

Le sanzioni sono commisurate alla gravità della violazione, in base alla pericolosità del comportamento.
Per una sola singola infrazione si possono perdere fino a un massimo di 10 punti della patente.
In presenza di violazioni multiple, realizzate simultaneamente, è possibile arrivare ad una decurtazione massima di 15 punti.
Se la sanzione viene applicata a distanza senza contestazione – ad esempio, per eccesso dei limiti di velocità – il proprietario del veicolo deve obbligatoriamente indicare il guidatore responsabile al quale sarà applicata la decurtazione dei punti.

Come recuperare punti sulla patente?

Esistono due modalità automatiche per recuperare i punti della patente, dei “bonus” destinati agli automobilisti più virtuosi che non infrangono le regole.

  1. Chi possiede meno di 20 punti e non commette infrazioni per almeno 2 anni, torna al saldo iniziale di 20.
  2. Chi ne possiede già 20 e non commette infrazioni per almeno 2 anni ha diritto a 2 punti di bonus.

Quando viene revocata la patente?

Si ha la revoca della patente e l’automobilista dovrà ripetere l’esame di teoria e di pratica se:

  • il saldo dei punti della patente è a zero
  • si commettono tre infrazioni da cinque punti ciascuna nell’arco dell’anno solare

Quando viene revocata la patente di guida è necessario frequentare un corso di recupero della durata di 12 ore, gestito dalle autoscuole o da altri soggetti autorizzati dal Ministero. Per i titolari di patente A e B sarà così possibile reintegrare fino ad un massimo di 6 punti per ogni corso.

Quando viene revocata la patente?

Si ha la revoca della patente e l’automobilista dovrà ripetere l’esame di teoria e di pratica se:

  • il saldo dei punti della patente è a zero
  • si commettono tre infrazioni da cinque punti ciascuna nell’arco dell’anno solare

Quando viene revocata la patente di guida è necessario frequentare un corso di recupero della durata di 12 ore, gestito dalle autoscuole o da altri soggetti autorizzati dal Ministero. Per i titolari di patente A e B sarà così possibile reintegrare fino ad un massimo di 6 punti per ogni corso.

Oltre all’auto ad alimentazione elettrica, i combustibili sintetici, detti anche e-fuel, rappresentano la nuova sperimentazione condotta dalle case automobilistiche e da alcune multinazionali di componentistica con lo scopo di dare una valida risposta al bando dei motori endotermici fissato dall’UE per il 2035.

Ecco un approfondimento del meccanico ‘a posto’ in tema di mobilità sostenibile con un focus particolare sui carburanti sintetici e alternativi.

Che cosa sono i “carburanti sintetici” e alternativi?

Per e-fuel si intendono tutti quei tipi di gas, benzina e cherosene realizzati in laboratorio attraverso il processo di elettrolisi dell’acqua nel quale vengono impiegate fonti di energia rinnovabili, Co2 e idrogenoverde”. Il processo consiste nella separazione dell’ossigeno dall’idrogeno attraverso l’energia prodotta da fonti rinnovabili (eolico, fotovoltaico, etc.) e combinati con l’anidride carbonica catturata nell’atmosfera.

Il risultato è un carburante più puro rispetto a quello derivante dal petrolio e con un impatto ambientale molto più contenuto, sia in fase di produzione che in quella di utilizzo. In questo modo, grazie a un sistema a economia circolare, il carbonio derivante da processi industriali o prelevato dall’atmosfera verrebbe “riciclato”

Che cosa sono i “carburanti sintetici” e alternativi?

Per e-fuel si intendono tutti quei tipi di gas, benzina e cherosene realizzati in laboratorio attraverso il processo di elettrolisi dell’acqua nel quale vengono impiegate fonti di energia rinnovabili, Co2 e idrogenoverde”. Il processo consiste nella separazione dell’ossigeno dall’idrogeno attraverso l’energia prodotta da fonti rinnovabili (eolico, fotovoltaico, etc.) e combinati con l’anidride carbonica catturata nell’atmosfera.

Il risultato è un carburante più puro rispetto a quello derivante dal petrolio e con un impatto ambientale molto più contenuto, sia in fase di produzione che in quella di utilizzo. In questo modo, grazie a un sistema a economia circolare, il carbonio derivante da processi industriali o prelevato dall’atmosfera verrebbe “riciclato”

Quali sono i pro e contro dei carburanti e-fuel?

Un aspetto positivo dei carburanti sintetici e-fuel è il fatto che possono rendere qualsiasi veicolo termico pulito e rispettoso dell’ambiente, senza alcun tipo di modifica meccanica e con la possibilità di poter essere distribuiti nelle stazioni di rifornimento esistenti.

Ci sono ancora alcune criticità da superare:

  • la fase di sperimentazione
  • la scarsa disponibilità
  • la necessità di produrre un carburante ad impatto zero obbligatoriamente con impianti alimentati con energia rinnovabile
  • i prezzi fuori dal mercato, intorno ai 20 euro al litro

Non da trascurare, inoltre, lo scetticismo di molte case autonomistiche focalizzate esclusivamente sull’elettrico.

Biocarburanti ed idrogeno sono considerati buone alternative?

Ulteriori potenziali alternative nell’ottica della transizione sostenibile sono i biocarburanti e l’idrogeno.

I biocarburanti sono combustibili ecologici prodotti da materie prime di scarto e residui vegetali, ovvero oli generati da colture con un impatto sulle emissioni assai limitato. In questo caso la questione da risolvere sono:

  • evitare la competizione con i terreni agricoli destinati alla produzione alimentare
  • il rialzo dei prezzi che ne potrebbe derivare

L’idrogeno invece, possibilmente “verde”, oltre a contribuire alla produzione di energia per i veicoli elettrici fuel cell, può avere la funzione di sostituire direttamente un propellente come la benzina o il gasolio in un motore termico. Ciò avviene attraverso la sostituzione dei tradizionali serbatoi con i contenitori in fibra di carbonio e l’utilizzo di iniettori specifici. Anche in questo caso, le emissioni sono prossime allo zero.

Biocarburanti ed idrogeno sono considerati buone alternative?

Ulteriori potenziali alternative nell’ottica della transizione sostenibile sono i biocarburanti e l’idrogeno.

I biocarburanti sono combustibili ecologici prodotti da materie prime di scarto e residui vegetali, ovvero oli generati da colture con un impatto sulle emissioni assai limitato. In questo caso la questione da risolvere sono:

  • evitare la competizione con i terreni agricoli destinati alla produzione alimentare
  • il rialzo dei prezzi che ne potrebbe derivare

L’idrogeno invece, possibilmente “verde”, oltre a contribuire alla produzione di energia per i veicoli elettrici fuel cell, può avere la funzione di sostituire direttamente un propellente come la benzina o il gasolio in un motore termico. Ciò avviene attraverso la sostituzione dei tradizionali serbatoi con i contenitori in fibra di carbonio e l’utilizzo di iniettori specifici. Anche in questo caso, le emissioni sono prossime allo zero.

Il quadro dell’attuale parco circolante europeo mostra come il passaggio verso alimentazioni meno impattanti richiederà ancora molto tempo. In attesa che ciò avvenga, i combustibili sintetici potrebbero costituire una valida alternativa.

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La scelta fra cambio automatico e manuale dipende dallo stile di guida e dall’utilizzo che si fa dell’auto.

Insieme al meccanico ‘a posto’ vediamo quali aspetti considerare per fare la scelta giusta.

Come funziona il cambio automatico?

Dal punto di vista tecnico le marce vengono gestite da una centralina elettronica, in base al numero di giri del motore e alle impostazioni stabilite dal produttore.
Il cambio automatico rappresenta una tecnologia relativamente nuova, questa innovazione è stata possibile grazie alle moderne tecnologie, le quali hanno permesso la creazione di sistemi sempre più sofisticati, precisi ed efficienti.

Quali sono le tipologie di cambio automatico?

Esistono diversi tipi di cambio automatico, ognuno dei quali presenta delle caratteristiche specifiche.

  • Cambio automatico a convertitore di coppia
    Tra i dispositivi più diffusi e meno costosi, utilizza delle componenti idrauliche che consentono di trasferire la potenza dal motore alle ruote motrici tramite delle apposite valvole, azionate da circuiti con olio a pressione.
  • Cambio automatico a variazione continua
    Presente nelle auto elettriche, sfrutta un meccanismo composto da una serie di pulegge e cinghie ed è in grado di assicurare un buon risparmio sui consumi cambiando le marce sempre nel momento ottimale. Unico svantaggio: i rumori del motore cambiano drasticamente e non seguono l’accelerazione e la velocità.
  • Cambio automatico robotizzato
    Sistema di trasmissione più moderno, montato sulle macchine sportive e di lusso. Garantisce una cambiata estremamente rapida attraverso l’utilizzo delle levette al volante, pur lasciando un discreto controllo al guidatore per un’esperienza di guida coinvolgente e ai massimi livelli.
  • Cambio automatico a doppia frizione
    Sistema complesso ma molto efficiente; si tratta di una tecnologia di punta in questo settore in grado di sostenere un regime elevato. Si usa infatti nei motori delle auto da corsa. È dotato di due frizioni distinte – una che muove le marce pari e l’altra quelle dispari – con i rapporti che rimangono sempre pronti per delle cambiate affidabili e veloci.

Quali sono le tipologie di cambio automatico?

Esistono diversi tipi di cambio automatico, ognuno dei quali presenta delle caratteristiche specifiche.

  • Cambio automatico a convertitore di coppia
    Tra i dispositivi più diffusi e meno costosi, utilizza delle componenti idrauliche che consentono di trasferire la potenza dal motore alle ruote motrici tramite delle apposite valvole, azionate da circuiti con olio a pressione.
  • Cambio automatico a variazione continua
    Presente nelle auto elettriche, sfrutta un meccanismo composto da una serie di pulegge e cinghie ed è in grado di assicurare un buon risparmio sui consumi cambiando le marce sempre nel momento ottimale. Unico svantaggio: i rumori del motore cambiano drasticamente e non seguono l’accelerazione e la velocità.
  • Cambio automatico robotizzato
    Sistema di trasmissione più moderno, montato sulle macchine sportive e di lusso. Garantisce una cambiata estremamente rapida attraverso l’utilizzo delle levette al volante, pur lasciando un discreto controllo al guidatore per un’esperienza di guida coinvolgente e ai massimi livelli.
  • Cambio automatico a doppia frizione
    Sistema complesso ma molto efficiente; si tratta di una tecnologia di punta in questo settore in grado di sostenere un regime elevato. Si usa infatti nei motori delle auto da corsa. È dotato di due frizioni distinte – una che muove le marce pari e l’altra quelle dispari – con i rapporti che rimangono sempre pronti per delle cambiate affidabili e veloci.

Cambio automatico e cambio manuale: quali differenze?

Il cambio manuale presenta diversi vantaggi rispetto al cambio automatico:

  • non incide sul prezzo di acquisto del veicolo
  • non richiede una manutenzione sistematica
  • assicura un piacere di guida elevato
  • garantisce un controllo completo sulla vettura

Tra gli svantaggi ci sono i consumi poiché risulta difficile cambiare le marce nel momento giusto. Questi sistemi non sono inoltre confortevoli in città, nel traffico cittadino obbligano a spingere e rilasciare la frizione in continuazione.

Tra i vantaggi del cambio automatico c’è sicuramente un ottimo comfort di guida, soprattutto nelle strade più impegnative in cui bisogna cambiare spesso marcia o nel traffico cittadino: la comodità garantita dall’assenza del pedale della frizione, infatti, rappresenta un vantaggio impagabile nel traffico urbano.

Tra gli svantaggi c’è il costo elevato poiché il cambio automatico è presente solo in alcune versioni o come optional, oltre al maggiore costo di manutenzione o riparazione.

Le auto con cambio automatico consumano di più?

In linea generale le auto con cambio automatico sono leggermente più pesanti, un fattore che in parte penalizza i consumi e l’efficienza.

Questa affermazione è stata però in parte smentita dai nuovi regolamenti riguardanti i gas di scarico. La trasmissione automatica è infatti in grado di far risparmiare fino al 20% di carburante.

Dunque la soluzione più indicata per chi vuole ridurre i consumi è scegliere una macchina con cambio automatico, meglio ancora se si tratta di un’automobile ecologica, ad esempio una vettura ibrida plug-in o un veicolo a trazione 100% elettrica.

Le auto con cambio automatico consumano di più?

In linea generale le auto con cambio automatico sono leggermente più pesanti, un fattore che in parte penalizza i consumi e l’efficienza.

Questa affermazione è stata però in parte smentita dai nuovi regolamenti riguardanti i gas di scarico. La trasmissione automatica è infatti in grado di far risparmiare fino al 20% di carburante.

Dunque la soluzione più indicata per chi vuole ridurre i consumi è scegliere una macchina con cambio automatico, meglio ancora se si tratta di un’automobile ecologica, ad esempio una vettura ibrida plug-in o un veicolo a trazione 100% elettrica.

Al rientro da un lungo viaggio in automobile, quando il veicolo è stato sollecitato in maniera importante, è buona norma eseguire alcuni controlli che possano garantire la perfetta efficienza del veicolo.
Dopo il check up auto pre partenza, il meccanico ‘a posto’ consiglia anche alcuni interventi da effettuare al rientro dalle vacanze.

1. LAVAGGIO ACCURATO DELL’AUTO

La pulizia dell’automobile al ritorno da un viaggio è una di quelle attività fondamentali per garantire una lunga durata sia degli interni che degli esterni. All’esterno, strade polverose di montagna, la salsedine del mare e gli agenti inquinanti possono rovinare irrimediabilmente la verniciatura.
È bene inoltre fare attenzione alle seguenti parti del veicolo:

  • il sottoscocca, spesso trascurato;
  • la sanificazione di sedili, tappetini e bagagliaio per rendere l’abitacolo ancora più salubre ed eliminare i residui di “vita vissuta” tipica dei lunghi viaggi on the road.

Si può procedere in autonomia, se si dispone di un minimo di attrezzatura, viceversa, è possibile recarsi presso un autolavaggio specializzato.

1. LAVAGGIO ACCURATO DELL’AUTO

La pulizia dell’automobile al ritorno da un viaggio è una di quelle attività fondamentali per garantire una lunga durata sia degli interni che degli esterni. All’esterno, strade polverose di montagna, la salsedine del mare e gli agenti inquinanti possono rovinare irrimediabilmente la verniciatura.
È bene inoltre fare attenzione alle seguenti parti del veicolo:

  • il sottoscocca, spesso trascurato;
  • la sanificazione di sedili, tappetini e bagagliaio per rendere l’abitacolo ancora più salubre ed eliminare i residui di “vita vissuta” tipica dei lunghi viaggi on the road.

Si può procedere in autonomia, se si dispone di un minimo di attrezzatura, viceversa, è possibile recarsi presso un autolavaggio specializzato.

2. TERGICRISTALLI E LAVAVETRI

Gli automobilisti più accorti avranno rabboccato la vaschetta del liquido lavavetri prima della partenza, operazione da svolgere anche al rientro.

Controllare la morbidezza della gomma delle spazzole, messe a dura prova durante le lunghe soste al sole e al caldo, è altrettanto importante in modo da valutare se è necessaria la sostituzione dei tergicristalli.

Attenzione: una spazzola vecchia azionata su un vetro asciutto è causa di irreparabili graffi sul parabrezza.

3. GLI PNEUMATICI E L’IMPIANTO FRENANTE

Se abbiamo percorso tanti chilometri su fondi stradali sconnessi, potrebbe essere utile ai fine della sicurezza controllare:

  • la pressione delle gomme;
  • lo stato di usura del battistrada
  • l’integrità del copertone.

Direttamente collegato allo stato degli pneumatici, inoltre, va verificato anche l’impianto frenante, ovvero:

  • il livello del liquido dei freni;
  • lo stato di usura delle pastiglie;
  • i dischi.

3. GLI PNEUMATICI E L’IMPIANTO FRENANTE

Se abbiamo percorso tanti chilometri su fondi stradali sconnessi, potrebbe essere utile ai fine della sicurezza controllare:

  • la pressione delle gomme;
  • lo stato di usura del battistrada
  • l’integrità del copertone.

Direttamente collegato allo stato degli pneumatici, inoltre, va verificato anche l’impianto frenante, ovvero:

  • il livello del liquido dei freni;
  • lo stato di usura delle pastiglie;
  • i dischi.

4. L’IMPIANTO DI RAFFREDDAMENTO

L’utilizzo intensivo dell’aria condizionata nel periodo estivo può aver ostruito il filtro o consumato il gas dell’impianto di climatizzazione. È bene controllare ed eventualmente provvedere alla sostituzione o all’aggiunta per migliorare l’efficienza dell’impianto e la qualità dell’aria in circolazione, anche se nei prossimi mesi l’utilizzo andrà a ridursi notevolmente.

5. OLIO MOTORE, FRENI, FILTRI E LIQUIDI DI RAFFREDDAMENTO

L’olio del motore, l’olio dei filtri, i liquidi di raffreddamento e quelli dei freni dopo aver macinato chilometri potrebbero essersi tutti ridotti o sporcati; bene dunque controllare. Anche se fra le spie del cruscotto è prevista la spia dedicata che indica un eventuale malfunzionamento, la sostituzione o rabbocco va effettuato a scadenze precise e il controllo può prevenire eventuali interventi straordinari.

5. OLIO MOTORE, FRENI, FILTRI E LIQUIDI DI RAFFREDDAMENTO

L’olio del motore, l’olio dei filtri, i liquidi di raffreddamento e quelli dei freni dopo aver macinato chilometri potrebbero essersi tutti ridotti o sporcati; bene dunque controllare. Anche se fra le spie del cruscotto è prevista la spia dedicata che indica un eventuale malfunzionamento, la sostituzione o rabbocco va effettuato a scadenze precise e il controllo può prevenire eventuali interventi straordinari.

FOCUS CONSUMI
Tutto ciò che non fa parte del telaio originale della vettura è un intralcio per l’avanzamento dell’auto e influenza negativamente i consumi di carburante.

Lo sapevi che:

  • il portabici in autostrada fa consumare fino al 25% in più
  • il box tetto fa consumare fino al 40% più

FOCUS CONSUMI
Tutto ciò che non fa parte del telaio originale della vettura è un intralcio per l’avanzamento dell’auto e influenza negativamente i consumi di carburante.

Lo sapevi che:

  • il portabici in autostrada fa consumare fino al 25% in più
  • il box tetto fa consumare fino al 40% più

Rottamare un’auto è un procedimento semplice e non particolarmente oneroso a livello economico; è necessario però conoscere la procedura da seguire.

Insieme al meccanico ‘a posto’ vediamo le informazioni essenziali rispetto a documenti, costi e incentivi.

La procedura per rottamazione e acquisto di una nuova auto

Se si decide di rottamare la propria auto contestualmente all’acquisto di una nuova, il proprietario dovrà consegnare il veicolo e tutti i documenti necessari direttamente al concessionario che si occuperà di effettuare tutte le pratiche burocratiche. Il concessionario avrà 30 giorni per affidarla all’autodemolitore e presentare la richiesta di “cessazione della circolazione per demolizione” in modo che il veicolo venga eliminato dal Pubblico Registro Automobilistico (PRA).

La procedura per rottamazione senza l’acquisto di una nuova auto

Se la rottamazione non avviene contemporaneamente all’acquisto di una nuova vettura, il proprietario è obbligato per legge a recarsi presso un demolitore autorizzato.

Cosa fare prima di recarsi dal demolitore autorizzato?
Prima di procedere alla demolizione è opportuno chiedere all’ACI di verificare l’assenza di fermo amministrativo sulla vettura in questione che, qualora presente, potrà essere estinto pagando una specifica tassa.

Al momento della richiesta di rottamazione sarà invece necessario consegnare all’autodemolitore:

  • la targa anteriore e posteriore
  • la carta di circolazione
  • il certificato di proprietà.

Al termine della demolizione verrà rilasciato il certificato di rottamazione dell’auto che esonera il proprietario del veicolo da qualunque responsabilità civile, amministrativa e penale.

La procedura per rottamazione senza l’acquisto di una nuova auto

Se la rottamazione non avviene contemporaneamente all’acquisto di una nuova vettura, il proprietario è obbligato per legge a recarsi presso un demolitore autorizzato.

Cosa fare prima di recarsi dal demolitore autorizzato?
Prima di procedere alla demolizione è opportuno chiedere all’ACI di verificare l’assenza di fermo amministrativo sulla vettura in questione che, qualora presente, potrà essere estinto pagando una specifica tassa.

Al momento della richiesta di rottamazione sarà invece necessario consegnare all’autodemolitore:

  • la targa anteriore e posteriore
  • la carta di circolazione
  • il certificato di proprietà.

Al termine della demolizione verrà rilasciato il certificato di rottamazione dell’auto che esonera il proprietario del veicolo da qualunque responsabilità civile, amministrativa e penale.

Quali sono i costi di rottamazione di un’auto?

La demolizione di una vettura non concomitante con l’acquisto di una nuova auto non è totalmente priva di spese. I costi previsti per legge per lo smaltimento dei rottami sono:

  • l’imposta di bollo di circa 32€
  • il versamento all’ACI di una parcella di 13,50€ circa.

Ad ogni modo i costi della rottamazione sono diversi a seconda del demolitore e del comune a cui ci si rivolge; in generale la cifra può variare dai 70 ai 150 euro.

La rottamazione auto in concomitanza con l’acquisto di un nuovo veicolo non ha invece alcun costo.

Quali sono gli incentivi per la rottamazione di un’auto?

L’Ecobonus messo a disposizione dal Governo a partire da gennaio consente di ottenere sconti sull’acquisto di auto elettriche, ibride, ibride plug-in e con motore endotermico a basse emissioni.
Per coloro che effettuano la rottamazione della vecchia auto lo sconto aumenta e viene riconosciuto direttamente in fattura dal rivenditore al momento dell’acquisto.

Le riduzioni previste sono le seguenti:

  • 5.000 € per l’acquisto di un’auto elettrica.
  • 4.000 € con rottamazione per chi acquista un’auto ibrida plug-in.
  • 2.000 € per chi acquista un’auto ibrida o con motore endotermico nella fascia di emissioni 61-135 g/km.

Quali sono gli incentivi per la rottamazione di un’auto?

L’Ecobonus messo a disposizione dal Governo a partire da gennaio consente di ottenere sconti sull’acquisto di auto elettriche, ibride, ibride plug-in e con motore endotermico a basse emissioni.
Per coloro che effettuano la rottamazione della vecchia auto lo sconto aumenta e viene riconosciuto direttamente in fattura dal rivenditore al momento dell’acquisto.

Le riduzioni previste sono le seguenti:

  • 5.000 € per l’acquisto di un’auto elettrica.
  • 4.000 € con rottamazione per chi acquista un’auto ibrida plug-in.
  • 2.000 € per chi acquista un’auto ibrida o con motore endotermico nella fascia di emissioni 61-135 g/km.

L’Ecobonus è un contributo messo a disposizione dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy per incoraggiare gli italiani ad acquistare entro il 31 dicembre 2023 e comunque fino ad esaurimento delle risorse disponibili, automobili e motociclette non inquinanti con o senza rottamazione.

Con uno stanziamento di 630 milioni di euro, l’agevolazione si traduce in uno sconto in fattura praticato dal concessionario all’acquisto del nuovo veicolo. Nel caso di rottamazione di un’auto usata e ad alto impatto inquinante, lo sconto sull’acquisto aumenta.

Chi ha diritto all’Ecobonus?

Le agevolazioni sono destinate alle persone fisiche e giuridiche; tra le persone giuridiche ammesse sono incluse le attività di noleggio che acquistano veicoli per l’impiego in car sharing o autonoleggio a lungo termine e piccole medie imprese che svolgono attività di trasporto in proprio o in conto terzi.

Come sono stati suddivisi i fondi messi a disposizione per l’Ecobonus?

I fondi sono ripartiti in base alle fasce di emissioni di CO2 dei veicoli e, nel dettaglio, sono così suddivisi:

  • Auto elettriche con emissioni da 0 a 20 grammi di CO₂ almeno Euro 6, fondi stanziati 190 milioni (5% destinato alle società di noleggio e car sharing); che consistono in uno sconto di 5.000€ con rottamazione e 3.000€ senza rottamazione.
  • Auto ibride plug-in con emissioni tra 21 e 60 grammi di CO₂, almeno Euro 6. le risorse a disposizione sono 235 milioni di euro (di cui 11 milioni per imprese di noleggio e car sharing), quindi 4.000€ con rottamazione e 2.000€ senza rottamazione.
  • Auto a motore termico con emissioni da 61 a 135 grammi di CO₂ almeno Euro 6, risorse stanziate 150 milioni di euro (solo per le persone fisiche), 2.000€ solo con rottamazione.
  • Veicoli commerciali elettrici, fondi previsti 15 milioni.
  • Motocicli e ciclomotori elettrici e non elettrici di classe di omologazione uguale o superiore a Euro 5, 35 milioni di euro sono destinati agli elettrici, mentre 5 milioni a quelli a combustione interna.

Come sono stati suddivisi i fondi messi a disposizione per l’Ecobonus?

I fondi sono ripartiti in base alle fasce di emissioni di CO2 dei veicoli e, nel dettaglio, sono così suddivisi:

  • Auto elettriche con emissioni da 0 a 20 grammi di CO₂ almeno Euro 6, fondi stanziati 190 milioni (5% destinato alle società di noleggio e car sharing); che consistono in uno sconto di 5.000€ con rottamazione e 3.000€ senza rottamazione.
  • Auto ibride plug-in con emissioni tra 21 e 60 grammi di CO₂, almeno Euro 6. le risorse a disposizione sono 235 milioni di euro (di cui 11 milioni per imprese di noleggio e car sharing), quindi 4.000€ con rottamazione e 2.000€ senza rottamazione.
  • Auto a motore termico con emissioni da 61 a 135 grammi di CO₂ almeno Euro 6, risorse stanziate 150 milioni di euro (solo per le persone fisiche), 2.000€ solo con rottamazione.
  • Veicoli commerciali elettrici, fondi previsti 15 milioni.
  • Motocicli e ciclomotori elettrici e non elettrici di classe di omologazione uguale o superiore a Euro 5, 35 milioni di euro sono destinati agli elettrici, mentre 5 milioni a quelli a combustione interna.

Quali sono i requisiti per rientrare nell’incentivo?

Per rientrare nell’incentivo la vettura deve essere acquistata entro il 31 dicembre 2023, bisogna mantenerne la proprietà per almeno 12 mesi, deve avere un prezzo di listino, optional e Iva compresi, non superiore a 42.700€ per le elettriche (fascia 0-20 g/km di CO2) e non più di 54.900€ per le ibride plug-in (21-60 g/km di CO2).

Il contributo sarà prenotato esclusivamente dal concessionario sulla piattaforma informatica dell’Ecobonus e sarà erogato fino ad esaurimento delle risorse disponibili. Per alcune categorie di veicoli come quelli alimentati a diesel o benzina a basse emissioni, i finanziamenti si sono esauriti in breve tempo (già a febbraio 2023). Non più disponibili anche le risorse per le due ruote elettriche e non. Presentando un ISEE inferiore ai 30.000 € la cifra dell’Ecobonus verrà ulteriormente alzata. A questi importi potrebbero aggiungersi ulteriori incentivi locali, messi a disposizione dalle singole regioni.

Quali sono i requisiti per rientrare nell’incentivo?

Per rientrare nell’incentivo la vettura deve essere acquistata entro il 31 dicembre 2023, bisogna mantenerne la proprietà per almeno 12 mesi, deve avere un prezzo di listino, optional e Iva compresi, non superiore a 42.700€ per le elettriche (fascia 0-20 g/km di CO2) e non più di 54.900€ per le ibride plug-in (21-60 g/km di CO2).

Il contributo sarà prenotato esclusivamente dal concessionario sulla piattaforma informatica dell’Ecobonus e sarà erogato fino ad esaurimento delle risorse disponibili. Per alcune categorie di veicoli come quelli alimentati a diesel o benzina a basse emissioni, i finanziamenti si sono esauriti in breve tempo (già a febbraio 2023). Non più disponibili anche le risorse per le due ruote elettriche e non. Presentando un ISEE inferiore ai 30.000 € la cifra dell’Ecobonus verrà ulteriormente alzata. A questi importi potrebbero aggiungersi ulteriori incentivi locali, messi a disposizione dalle singole regioni.

Secondo alcuni studi recenti, circa il 90% degli incidenti stradali è causato da distrazioni ed errori umani. I sistemi di sicurezza ADAS, Advanced Driver Assistance Systems, ovvero tutti quei dispositivi di assistenza alla guida installati sulle auto più moderne, permettono di aumentare in maniera esponenziale la sicurezza degli automobilisti e degli altri utenti della strada.

Dispositivi ADAS: quali sono le novità nel settore assicurativo?

L’importanza di questi sistemi di sicurezza è stata sottolineata anche dal Parlamento Europeo che ha approvato una proposta per rendere alcuni sistemi ADAS obbligatori su tutte le nuove auto in modo da migliorare la sicurezza stradale.

Anche le compagnie assicurative hanno iniziato ad attribuire agli ADAS una maggiore importanza, sviluppando nuove polizze RCA scontate per le auto equipaggiate con questi sistemi.

Una storica compagnia assicurativa ha lanciato sul mercato una polizza che consente di risparmiare fino al 25% rispetto alle assicurazioni auto standard in base al numero e alla tipologia di dispositivi ADAS installati sulla propria vettura. L’importo di una classica polizza RC Auto tiene conto di svariati parametri, tra i quali età del conducente, sesso, area di residenza e comportamento pregresso del guidatore, ora entrano a far parte del criterio di valutazione anche gli ADAS. L’intento è quindi quello di premiare i clienti che scelgono di investire in sicurezza applicando sensibili sconti a seconda della qualità e la quantità degli ADAS che equipaggiano la vettura da assicurare.

Quali sono i dispositivi ADAS che fanno
risparmiare sulla polizza RC Auto?

I dispositivi che aiutano a ridurre il premio assicurativo e che maggiormente incidono sul calcolo dello sconto sulla polizza RC Auto sono:

1) I sistemi AEBAutonomous Emergency Braking – tecnologia anticollisione basata su radar e frenata autonoma di emergenza che, più in dettaglio, si suddivide in:

  • sistema AEB pedone, recepisce il pericolo improvviso dato dall’attraversamento di un soggetto emettendo un segnale acustico e visivo. Si prepara a una singola frenata o a una possibile frenata automatica di emergenza.
  • sistema AEB urbano, frenata autonoma a bassa velocità per evitare tamponamenti.
  • sistema AEB extraurbano, frenata d’emergenza adeguata o arresto in caso di velocità moderata o alta. Avvisatori acustici e visivi allertano il conducente prima di intervenire.

2) Il cofano attivo, airbag esterno che attivandosi riduce l’impatto anche con i pedoni.
3) I sistemi LSS – Lane support system – sistemi di allarme che avvisano e agiscono in caso di un’uscita non segnalata dalla corsia. Il sistema interviene con un segnale acustico oppure una vibrazione del sedile o del volante per riportare l’attenzione del conducente. In alcuni casi più avanzati, il dispositivo riporta il veicolo in carreggiata.
4) I sistemi SBR, spie e segnalatori acustici che avvertono il mancato allacciamento delle cinture.
5) Il cruise control adattivo, sistema che, rispetto a quello tradizionale, oltre a impostare, regolare e mantenere la velocità preimpostata su un tratto di strada, lavora anche sulla distanza di sicurezza attraverso un radar gestendo l’accelerazione e la velocità.
6) Il Blind spot assist, sensore dell’angolo cieco che permette di tenere sotto controllo l’angolo nella parte anteriore della vettura non coperto dallo specchietto attraverso l’accensione di una spia luminosa sullo specchietto laterale, evitando potenziali collisioni con mezzi, ciclisti o pedoni.

I sistemi di assistenza alla guida avanzati assicurano quindi benefici, per gli automobilisti, ma anche per le stesse compagnie assicurative: meno incidenti, meno spese, maggiori profitti.
Se si possiede un’auto ben equipaggiata, il vantaggio dunque sarà duplice: maggior sicurezza e maggior risparmio.

La batteria è il cuore dell’auto elettrica: l’elemento più importante, ma anche il più complesso e costoso. È la fonte di energia necessaria a far muovere l’auto, un vero e proprio organo vitale con una tecnologia in costante evoluzione e regole da osservare. 

Il meccanico ‘a posto’ ci spiega nel dettaglio: 

  • come funziona la batteria elettrica di un autoveicolo;
  • quali sono i servizi di manutenzione importanti per la cura della batteria
  • quali sono i relativi costi

Le prestazioni delle auto elettriche sono ampiamente influenzate dalla batteria e dalla sua capacità di erogare l’energia. Quindi, in realtà, il vero “motore” dell’auto elettrica è proprio la batteria: più potente ma anche più complessa rispetto alla batteria delle automobili a carburante.

Come funziona la batteria elettrica e quanto dura  

Le batterie garantiscono differenti capacità di autonomia a seconda della loro potenza. Queste sono in grado di accumulare energia chimica e di rilasciarla sotto forma di elettricità trasferita al motore elettrico. Quest’ultimo, poi, la trasforma in energia meccanica, consentendo così all’auto di muoversi.

Le batterie più comuni presenti sulle auto elettriche sono quelle al litio: una scelta non casuale. Le batterie al litio, infatti:

  • sono più leggere e compatte
  • generano notevoli quantità di energia elettrica e non necessitano di cicli di carica e di utilizzo completi.

La loro unica pecca è che necessitano di una temperatura compresa in un range ristretto che va da -10° a 30° C per lavorare correttamente.

l deterioramento delle batterie dipende dall’usura del loro rivestimento che con il tempo riduce la capacità di accumulo. Questo non compromette le prestazioni né la potenza, che rimangono costanti nel tempo, ma soltanto la capacità. L’usura è inoltre correlata al numero di cicli di carica e scarica che questa deve affrontare.

I produttori forniscono in genere una stima della loro durata che si basa sulla percorrenza media che una batteria può assicurare con una carica completa prima che le sue prestazioni si riducano in modo rilevante. Questa soglia di solito oscilla tra il 70% e l’80% della capacità effettiva iniziale, sotto questo livello la batteria non è più considerata utilizzabile per alimentare un veicolo.

Anche le condizioni climatiche, uno stile di guida scorretto e alcune cattive abitudini alla guida potrebbero influenzare la durata della batteria accorciandone la vita rispetto a quanto decretato dal produttore.

l deterioramento delle batterie dipende dall’usura del loro rivestimento che con il tempo riduce la capacità di accumulo. Questo non compromette le prestazioni né la potenza, che rimangono costanti nel tempo, ma soltanto la capacità. L’usura è inoltre correlata al numero di cicli di carica e scarica che questa deve affrontare.

I produttori forniscono in genere una stima della loro durata che si basa sulla percorrenza media che una batteria può assicurare con una carica completa prima che le sue prestazioni si riducano in modo rilevante. Questa soglia di solito oscilla tra il 70% e l’80% della capacità effettiva iniziale, sotto questo livello la batteria non è più considerata utilizzabile per alimentare un veicolo.

Anche le condizioni climatiche, uno stile di guida scorretto e alcune cattive abitudini alla guida potrebbero influenzare la durata della batteria accorciandone la vita rispetto a quanto decretato dal produttore.

Uno degli aspetti più dibattuti e relativi alla mobilità elettrica riguarda l’autonomia limitata che i veicoli elettrici possiedono per via delle batterie. In realtà ad oggi in commercio esistono già batterie che consentono autonomie che vanno dai 400 ai 1000 km per ricarica: in pratica si potrebbe parlare di scontro alla pari con le auto a motore termico.

In generale, i produttori garantiscono per la batteria di un’auto elettrica una durata complessiva di 8 anni o 160.000 chilometri, alcuni arrivano fino a 240.000 con un decadimento di circa il 10% della capacità dopo ben 500 cicli di ricarica. 

Quali sono i costi di sostituzione e ricarica della batteria elettrica

Uno dei maggiori ostacoli alla diffusione delle auto elettriche è il costo, ancora troppo elevato, delle batterie. Se si fosse costretti alla sostituzione della batteria ci si troverebbe di fronte ad una spesa quasi analoga al costo di una vettura compatta con motore tradizionale.

Il prezzo infatti varia di molto a seconda del modello dell’auto. Per una Tesla si può spendere intorno ai 15-20 mila euro, mentre per una più modesta Toyota il costo è sui 2 mila euro.
Tuttavia è raro dover farsi carico delle spese di sostituzione della batteria di un’auto elettrica perché – in caso di malfunzionamento – è la casa madre a farsene carico. Le case propongono garanzie per un periodo non inferiore a 8 anni e con chilometraggi variabili a seconda della marca e del modello.

I minori costi di gestione sono invece uno dei punti a favore delle auto elettriche. Per ricaricare un’auto elettrica tramite colonnina il prezzo varia a seconda del fornitore:

  • circa 0,45€ al kW per una ricarica lenta con potenza di 22 kWh
  • circa 0,50€ per kW per la ricarica veloce

Se invece si vuole sfruttare la ricarica domestica il costo medio è pari a 0,21€ a KW.

Quali sono i servizi di manutenzione per un’auto elettrica?

Per quanto riguarda i controlli di manutenzione ordinaria, il tagliando per l’auto elettrica non è obbligatorio, ma resta necessario. La procedura è decisamente semplice poiché consiste nell’effettuare una diagnosi elettronica periodica che assicuri le condizioni della batteria e del sistema di ricarica.
Una volta esaurite, le batterie a litio devono sottostare ad un percorso di smaltimento rigoroso che ha lo scopo di proteggere e tutelare l’ambiente, evitando qualsiasi tipo di contaminazione. I materiali di cui sono composte in caso di dispersione, possono provocare danni, anche ingenti. Per questo esistono delle imprese (per ora solamente in pochi Paesi europei) specializzate e attrezzate con macchinari finalizzati al trattamento di tali prodotti.

Quanto costa lo smaltimento della batteria elettrica di un’auto?

Lo smaltimento delle batterie può essere un processo molto dispendioso aggirandosi intorno ai 4,00 – 4,50 euro al Kg (importo variabile). È proprio a fronte di questa spesa che la maggior parte dei Paesi sceglie di puntare verso il riutilizzo piuttosto che allo smaltimento di questo tipo di batterie. Una soluzione spesso adottata è quella di riutilizzare le batterie a litio per scopi alternativi, le quali trovano così una seconda vita. 

Come ogni anno, con l’inizio dell’autunno e della primavera, le ordinanze di Regioni, Province, Comuni e dei gestori stradali impongono la sostituzione degli pneumatici.

Vediamo insieme al meccanico ‘a posto’ tutte le regole relative al cambio pneumatici e le caratteristiche specifiche delle gomme invernali ed estive.

Quali sono gli obblighi di legge per il cambio pneumatici?

Il cambio pneumatici rappresenta una spesa in più da mettere in conto almeno due volte all’anno. Per non incorrere in sanzioni, è fondamentale rispettare le norme del Codice della Strada e quindi, se necessario, effettuare il cambio gomme entro i tempi stabiliti.

Per quanto riguarda la sostituzione stagionale degli pneumatici, la legge prevede:

  • Dal 15 ottobre al 15 aprile l’obbligo di pneumatici invernali
  • Dal 15 aprile al 15 ottobre sostituzione con gomme estive o quattro stagioni

In entrambi i casi è previsto un mese di deroga sia all’inizio che alla fine delle due finestre, quella “estiva” e quella “invernale”.

Con le sole dotazioni estive non si può MAI circolare in inverno, in alternativa è indispensabile avere a bordo le catene da neve. Per chi viaggia con le gomme invernali in estate sono previste:

  • multe da 430 a 1.731 euro
  • eventuale ritiro della carta di circolazione
  • obbligo di revisione

Quali sono le differenze tra gli pneumatici estivi ed invernali? 

Conoscere le differenze tra le due tipologie di pneumatici è fondamentale per rispettare gli obblighi del Codice della Strada, viaggiare in sicurezza e diminuire i consumi.

Gli pneumatici estivi:

  • sono funzionali a viaggiare in caso di temperature più alte
  • offrono migliori performance in fatto di tenuta di strada, frenata e sicurezza
  • garantiscono risultati superiori sia in termini di consumi che di comfort acustico

Sono infatti composti di un materiale più rigido con tasselli più spessi e una bassa percentuale di gomma naturale, in grado di resistere all’asfalto bollente e con un battistrada più compatto, con scanalature adatte a garantire maggiore aderenza e meno rischi di aquaplaning.

Gli pneumatici invernali:

  • sono in grado di mantenere l’aderenza anche in caso di condizioni meteorologiche avverse, in presenza di neve, ghiaccio o acqua (scopri di più su gomme usurate e acquaplaning)
  • Hanno un alto contenuto di gomma naturale che li rende flessibili anche in caso di temperature rigide
  • Sono dotati di lamelle e le scanalature sul battistrada che assicurano una maggiore aderenza all’asfalto mentre i tasselli sottili garantiscono una maggiore presa sulla neve

È ovvio quindi che viaggiare in primavera ed estate con gomme ideali per temperature pari o inferiori ai 7° con l’asfalto caldo che produrrebbe una veloce usura del battistrada, può diventare pericoloso e sicuramente non garantisce la sicurezza ideale né le prestazioni ottimali dell’auto.

Il consiglio è dunque montare le gomme più adatte alla stagione e al territorio in cui ci si muove. In alternativa, se l’utilizzo dell’automobile è limitato al tragitto casa-lavoro in città, si può optare per degli pneumatici all season o quattro stagioni.

Chi è esente dal cambio pneumatici?

Sono esenti dall’obbligo di sostituzione pneumatici tutti i conducenti di vetture che montano gomme quattro stagioni con la dicitura M+S (Mud and Snow, cioè fango e neve), sigla che identifica questo tipo di pneumatici.
Infatti, il passaggio al treno di pneumatici estivi, da un punto di vista legale, è obbligatorio solo per tutte quelle auto, generalmente SUV, che nella stagione invernale hanno montato degli pneumatici M+S con un codice di velocità inferiore a quello previsto dal libretto di circolazione.

Che cos’è il codice di velocità degli pneumatici?

Il codice di velocità è una sigla riportata sulle gomme delle auto, rappresentata da una lettera dell’alfabeto, e corrisponde alla velocità massima alla quale uno pneumatico può viaggiare.

La legge consente di montare pneumatici con codice di velocità ridotto come nel caso dei SUV; nella stagione estiva invece è obbligatorio montare gomme con il codice di velocità corretto come indicato sul libretto.

Chi rispetta il codice di velocità del libretto, in teoria, potrebbe continuare a viaggiare con le gomme invernali o, quanto meno, pensare al cambio gomme senza scadenze fisse e quindi anche dopo la data imposta.

Facciamo alcuni esempi.

La lettera P indica che il limite è di 150 km/h, la Q di 160 km/h e così via, fino alla sigla Y. Su tutti i libretti di circolazione è indicato il codice di velocità minimo di ciascuna vettura. Quindi se il libretto riporta la lettera Q, montando gomme auto invernali M+S con codice di velocità da Q in poi (Q, R, S. T, ecc.) non c’è nessun obbligo di cambiare gli pneumatici per l’estate. Altrimenti, fino alla lettera P, l’obbligo sussiste. I codici di velocità sono 31 e vanno da A1 a Y.

Il criterio per la scelta degli pneumatici più adatti alle proprie esigenze, dev’essere quindi improntato a una corretta conoscenza delle proprie abitudini di utilizzo dell’auto.

Hai deciso di acquistare un’auto usata? Fare la scelta giusta rispetto al veicolo usato che fa per te è importante così come conoscere le procedure, i documenti e i costi per effettuare il passaggio di proprietà.

Vediamo insieme al meccanico ‘a posto’ tutte le informazioni necessarie per effettuare il passaggio di proprietà di un’auto usata, sia in autonomia sia con il supporto di un’agenzia di pratiche auto.

Qual è la procedura e quali sono le tempistiche per il passaggio di proprietà di un veicolo usato?

Quando si acquista un veicolo usato, da una concessionaria o da un privato, si deve completare una procedura che certifica il passaggio di proprietà del veicolo dal venditore all’acquirente. Il passaggio avviene registrando, anche in modalità digital, l’atto di vendita al PRA – Pubblico Registro Automobilistico – e inserendo il nuovo intestatario nell’archivio della motorizzazione.

Ho acquistato il veicolo usato presso un concessionario

Se il veicolo di seconda mano è stato acquistato presso un concessionario sarà il venditore stesso a svolgere la procedura per il passaggio di proprietà.

Ho acquistato il veicolo usato presso un privato

Se la compravendita dell’auto di seconda mano avviene tra privati, ci si può affidare a un’agenzia di pratiche auto o muoversi in autonomia.

Questa pratica è obbligatoria e deve essere eseguita entro 60 giorni dalla sottoscrizione del contratto; periodo durante il quale si deve procedere anche alla modifica del libretto di circolazione.

In caso di richiesta presentata in ritardo si pagano sanzioni e interessi:

  • se non si procede con il passaggio di proprietà rischia una multa da 727€ a 3.629€, come disciplinato dall’articolo 94 del Codice della Strada;
  • se non si richiede in tempo l’aggiornamento del libretto di circolazione, la multa va da 363€ a 1.813€

Quali sono i costi per il passaggio di proprietà di un veicolo di seconda mano?

Se hai acquistato un’auto usata, i costi per il passaggio di proprietà variano in buona parte in base:

  1. kW o cavalli di potenza del motore
  2. la provincia di residenza dell’acquirente, necessari per stabilire il valore dell’Imposta Provinciale di Trascrizione (IPT).

Vediamo in dettaglio i costi del passaggio di proprietà previsti per legge:

  • Emolumenti ACI: 27€
  • Imposta di bollo per la trascrizione dell’atto di compravendita al PRA: 32€
  • Imposta bollo per rilascio e aggiornamento del libretto di circolazione: 16€
  • Diritti di motorizzazione: 10,2€
  • IPT – Imposta Provinciale di Trascrizione

Fino a 53 kW c’è un costo fisso di 151€. Per i kW aggiuntivi bisogna pagare anche l’IPT, tariffa supplementare, che ha un costo compreso tra 3,51€ e 4,56€ per kW a discrezione della singola provincia.

Per un’auto di media cilindrata, per esempio nella provincia di Roma, si possono sfiorare i 500€!

Se decidiamo di rivolgerci ad un’agenzia di consulenza per il disbrigo delle pratiche per il passaggio di proprietà, i costi in più da considerare possono variare dagli 80€ ai 150€.

Quali sono i documenti necessari per il passaggio di proprietà di un veicolo usato?

Se si vuole risparmiare sui costi dell’agenzia, i documenti necessari per effettuare la procedura di passaggio di proprietà sono:

  • i documenti di riconoscimento dell’acquirente e del venditore
  • carta di circolazione
  • certificato di proprietà del veicolo (CDP) oppure documento unico di circolazione del veicolo (DU)

Muniti di questi documenti è possibile recarsi presso gli uffici provinciali della Motorizzazione Civile, il Pubblico Registro Automobilistico (PRA) oppure presso gli uffici dell’ACI e compilare il documento con richiesta di passaggio di proprietà e quello relativo all’aggiornamento dei dati riportati sul libretto di circolazione.

Una volta consegnata tutta la documentazione allo sportello dell’ufficio di competenza, la finalizzazione del passaggio avviene nel giro di qualche giorno lavorativo, con la consegna del certificato di proprietà aggiornato.

L’arrivo della stagione invernale rappresenta una dura prova per le auto. Le temperature rigide, l’arrivo di pioggia, neve, gelo e grandine, per chi non dispone di un box, possono mettere a rischio non solo la carrozzeria, ma anche le componenti meccaniche della vettura.
Il meccanico ‘a posto’ suggerisce alcuni accorgimenti, rientranti ormai nella comune manutenzione auto, che possono rivelarsi utili per preservare la carrozzeria dell’auto.

Scopri i 10 consigli per un’auto affidabile in inverno: leggi ora

Come togliere la resina sulla carrozzeria

La resina è probabilmente il nemico numero uno della carrozzeria; se non viene rimossa in tempi brevi si ossida e rendere più complessa la pulizia.
Ecco i metodi più efficaci:

  • Trattare la parte interessata con uno shampoo e un panno appositi per il lavaggio auto. Ripetere più volte il procedimento se la resina resiste;
  • Utilizzare un olio vegetale come l’olio d’oliva, che scioglie la resina se lasciato in posa per qualche minuto;
  • Utilizzare prodotti specifici per la rimozione della resina.

È sconsigliato grattare la resina con oggetti duri o unghie, così come l’impiego di sostanze come acetone o alcol.

Come togliere la resina sulla carrozzeria

La resina è probabilmente il nemico numero uno della carrozzeria; se non viene rimossa in tempi brevi si ossida e rendere più complessa la pulizia.
Ecco i metodi più efficaci:

  • Trattare la parte interessata con uno shampoo e un panno appositi per il lavaggio auto. Ripetere più volte il procedimento se la resina resiste;
  • Utilizzare un olio vegetale come l’olio d’oliva, che scioglie la resina se lasciato in posa per qualche minuto;
  • Utilizzare prodotti specifici per la rimozione della resina.

È sconsigliato grattare la resina con oggetti duri o unghie, così come l’impiego di sostanze come acetone o alcol.

Come prevenire il ghiaccio sul parabrezza

Per ovviare al problema della rimozione del ghiaccio sul parabrezza è possibile adottare un telo antighiaccio così da preservare non solo il parabrezza, ma anche la carrozzeria. In alternativa è possibile spruzzare sul parabrezza un liquido antigelo che impedirà la formazione del ghiaccio e consentirà di non dover utilizzare al mattino il raschietto.

Rimuovere correttamente la neve e il ghiaccio sull’auto

In caso di abbondanti nevicate, prima di mettersi alla guida, è importante rimuovere la neve e il ghiaccio sull’auto per tutelare la sicurezza propria e degli altri automobilisti. Evitare quindi di mettere in moto il veicolo con blocchi di neve sul tettuccio poiché potrebbero staccarsi in corsa!

Se troviamo del ghiaccio sul parabrezza che impedisce la corretta visuale, non utilizziamo mezzi di fortuna ma appositi strumenti per toglierlo, come spazzole o raschietti per il ghiaccio.

Per rimuovere la neve e non rigare la carrozzeria è da preferire invece una pala rivestita in gomma.

Rimuovere correttamente la neve e il ghiaccio sull’auto

In caso di abbondanti nevicate, prima di mettersi alla guida, è importante rimuovere la neve e il ghiaccio sull’auto per tutelare la sicurezza propria e degli altri automobilisti. Evitare quindi di mettere in moto il veicolo con blocchi di neve sul tettuccio poiché potrebbero staccarsi in corsa!

Se troviamo del ghiaccio sul parabrezza che impedisce la corretta visuale, non utilizziamo mezzi di fortuna ma appositi strumenti per toglierlo, come spazzole o raschietti per il ghiaccio.

Per rimuovere la neve e non rigare la carrozzeria è da preferire invece una pala rivestita in gomma.

È corretto utilizzare aria o acqua calda sul parabrezza ghiacciato?

Lo shock termico è sempre sconsigliato. Qualora infatti fosse presente una scheggiatura sul vetro, infatti, questa escursione termica può trasformarla in una crepa, rendendo inevitabile la sostituzione immediata del parabrezza.

Controllare lo stato dei tergicristalli

In inverno diventa cruciale verificare la funzionalità dei tergicristalli in maniera costante per evitare possibili problemi. Temperature molto alte o al contrario molto basse, possono concorrere al deterioramento, fino al rendere necessaria la sostituzione dei tergicristalli.

Tergicristalli deteriorati, infatti, diminuiscono sensibilmente la visibilità di chi è alla guida e possono danneggiare gravemente il parabrezza.

Controllare lo stato dei tergicristalli

In inverno diventa cruciale verificare la funzionalità dei tergicristalli in maniera costante per evitare possibili problemi. Temperature molto alte o al contrario molto basse, possono concorrere al deterioramento, fino al rendere necessaria la sostituzione dei tergicristalli.

Tergicristalli deteriorati, infatti, diminuiscono sensibilmente la visibilità di chi è alla guida e possono danneggiare gravemente il parabrezza.

Sale antighiaccio su strada: un nemico della carrozzeria

Un potenziale danno indiretta del ghiaccio sulla carrozzeria è l’utilizzo del sale sulle strade nel periodo invernale.

Il sale non rimosso tempestivamente dalla carrozzeria rischia infatti di rovinare la vernice e causare a volte una vera e propria perforazione della lamiera. Lavare frequentemente e accuratamente l’auto quindi, anche nelle aree più nascoste dove il sale e i detriti potrebbero annidarsi.